Saturday, April 19, 2014

Manovra finanziaria italiana. Un aiuto ai lavoratori dipendenti?

In Italia ci si appresta all'approvazione della manovra finanziaria.
Mediaticamente, Uno dei più importanti provvedimenti è l'aumento di (massimo) 80€ per i dipendenti che percepiscono uno stipendio minore di 1500€ al mese, su cui il governo ha impostato molta comunicazione per la prossima campagna elettorale per le elezioni europee. 
Parole del Presidente del Consiglio che si è speso moltissimo per spiegarlo in tutte le televisioni nazionali.
Non voglio qui discutere la copertura di tale provvedimento, il quale avrà la portata di circa 10 miliardi, che sarà trovata nella diminuzione dei serivizi proprio a quelle persone che ne beneficieranno. Il classico pensiero neoliberista: si diminuiscono le tasse del 5% e si triplicano costi dei servizi in modo da annnullare il vantaggio fiscale. Ma rendendo precario il futuro personale, e disastroso qualsiasi imprevisto.
Voglio invece riflettere sugli obiettivi del provvedimento. Riflessione che dovrebbe servire anche al nostro impegno nel progettare un sistema di mobilità differente.
Il provvedimento si rivolge ad una specifica categoria di persone: dipendenti a basso reddito.
Pendolari. Proprietari di un'auto che serve a raggiungere il luogo di lavoro e per i piccoli spostamenti di piacere e divertimento nel week end.
Tra i commenti più evidenziati dai giornali italiani quello che più colpisce è: "con gli 80€ pago la benzina per andare a lavorare".
Molti di voi hanno già capito l'immediato pensiero che mi è sgorgato.
Ma se il vantaggio fiscale ha un costo così alto per tutta la società e, in ultima analisi, servirà per pagare gli spostamenti casa-lavoro, non era più semplice pensare a un provvedimento che raggiungesse lo stesso obiettivo senza costi?
Inoltre il provvedimento del Governo italiano avvantaggia solo una piccola parte di lavoratori. Chiaramente non avvantaggia i redditi alti, ma neppure gli incapienti (coloro che non hanno reddito oppure hanno redditi minimi), i disoccupati, gli studenti, le casalinghe, i lavoratori autonomi, i pensionati....spero di non aver dimenticato nessuna categoria.
Noi sappiamo perfettamente che il trasporto è sinonimo di libertà e di possibilità lavorative. Quindi la mobilità è una necessità. 
Se il Governo avesse ragionato in questi termini, e avesse i dati che abbiamo noi, avrebbe attuato una norma semplicissima, senza costi e che avrebbe avvantaggiato tutti i pendolari.
Rendere operativo il trasporto pubblico pubblico gratuito avrebbe centrato l'obiettivo senza bisogno di copertura, sappiamo che la bigliettazione è antieconomica per il trasporto pubblico urbano, e sarebbe stata socialmente giusta, avvantaggiando tutte le categorie.
Non sto qui a evidenziare i vantaggi economici esterni al potenziamento del trasporto pubblico.
Se il Governo avesse "investito" 10 miliardi nel trasporto pubblico rendendolo gratuito avrebbe centrato  tutti gli obiettivi prefissati.
Per lavorare siamo obbligati a possedere un'auto. Per divertirci siamo obbligati a possedere un'auto. Per curarci siamo obbligati a possedere un'auto. Per avere una famiglia siamo obbligati a possedere un'auto. Per comprare da mangiare abbiamo bisogno di possedere un'auto.
Se avessimo un sistema di trasporto pubblico efficiente pagato secondo le singole capacità contributive, così come recita la Costituzione italiana e quasi tutte le Costituzioni occidentali, avremmo la possibilità di non essere obbligati a possedere un'auto.
Già...ma se avessimo bisogno di un'auto per un imprvevisto? A questo ci pensa il car-sharing. Che è la costola privata ma flessibile del sistema automobilistico.
Esiste questo modello di trasporto? È attuabile?
Questo sistema di chiama Free Public Transport.
E noi sappiamo che si può fare. Ma ancora di più: sappiamo come farlo.
Per le prossime elezioni europee chiediamo ai nostri rappresentanti di spendersi per questo modello di sviluppo. Nel caso non lo comprendessero, organizzate un incontro, sarà un piacere per uno di noi spiegarlo in modo approfondito.

@paolohippos